Perché?
La domanda è semplice la risposta invece……
Partiamo da alcune "banali" considerazioni: ogni stagione ha le sue problematiche e le sue opportunità così come ogni contrada e, aggiungiamo, anche ogni sottospecie di ape. L'autunno è tipicamente, in apicoltura, una stagione di
programmazione, si guarda al futuro, ma non dobbiamo dimenticare da dove veniamo, lo stato attuale (settembre 2017) dipende dal recente passato che, in particolare in questo anno, non è per niente positivo.
In particolare da queste parti, Sicilia fascia costiera meridionale, dove ad oggi sett. 2017, non piove da sedici mesi.
Raccolti: un poco di sulla, niente arancio, niente cardo, niente timo, niente eucalipto, un poco di indefinibile (vogliamo chiamarlo millefiori estivo?); fine dei giochi.
In queste condizioni la priorità è sopravvivere.
Ma come?
Utilizziamo quello che c'è!
Il territorio
Il territorio della Sicilia è di 2.571.100 ettari (ha) mentre la superficie agricola utilizzata è di 1.387.521 ettari (ha) * per differenza abbiamo , incolti, boschi, aree demaniali, riserve naturali, parchi regionali, ecc. per un totale di 1.183.579 ettari (ha) cioè il 46% circa del territorio regionale. Non tutto è utilizzabile per l'apicoltura però, certamente, c'è la possibilità di tentare una diversificazione delle produzioni.
La concessione del pascolo in aree del demanio forestale è gratuita.
L'ape
In queste condizioni climatiche e ambientali così drastiche l'ape sicula non solo si dimostra campione di sopravvivenza ma mantiene anche una, seppur modesta, capacità produttiva.
Ciò deriva dal particolare comportamento riproduttivo, acquisito naturalmente nei secoli, strettamente connesso non con le condizioni climatiche, temperatura, e astronomiche, ore di luce, ma esclusivamente con la presenza o meno di raccolto.
In funzione di questo, la deposizione della regina subisce un incremento o una riduzione in sintonia con la disponibilità di risorse; in tempi di carestia la riduzione della superficie di covata fa diminuire i consumi, con l'effetto di risparmiare le scorte e perfino di aumentarle.
Poco giova guadagnare a chi non sa risparmiare.
La tecnica apistica
Nelle condizioni difficili di questo 2017, tutti abbiamo reagito istintivamente riducendo il carico di alveari nelle postazioni e aumentando il numero di postazioni; le ombrellifere spontanee : aneto, carota selvatica, achillea, hanno rappresentato una valida alternativa anche produttiva.
Nel mese di giugno, quando si è capito che l'annata era conclusa e perduta, un utile accorgimento, da molti anni adottato a fine raccolto, ha permesso agli alveari piazzati in aree demaniali, incolti di media collina, di esprimere al meglio la loro capacità di fare scorte secondo il meccanismo descritto.
Abbiamo semplicemente tolto i melari, esaltando così la tendenza alla riduzione progressiva della deposizione che ha fatto spazio alle scorte risparmiate in seguito alla riduzione dei consumi.
La programmazione
Superata l'estate, dobbiamo programmare l'autunno e il successivo inverno.
Certamente l'ideale sarebbe recuperare risorse per compensare la mancata produzione di miele.
La produzione di sciami orfani per l'impollinazione può essere un'opportunità; ci occorrono famiglie forti già a novembre.
Gli alveari a settembre non sono molto popolosi ma hanno scorte, scommettendo sull'arrivo delle piogge autunnali e delle conseguenti fioriture, possiamo stimolare la deposizione alimentando con candito, questa manovra comporterà il consumo delle scorte.
Una pioggia, anche leggera, è sufficiente a stimolare la fioritura dell'inula viscosa, dell'asparago selvatico, del cipollaccio, ecc. tutte fioriture nettarifere e, cosa molto importante, pollinifere.
Non c'è migliore stimolo alla deposizione dell'importazione di polline.
Nel caso in cui si decidesse, per vari motivi personali, di mantenere gli alveari per le fioriture primaverili occorre sorvegliarne l'andamento e, in vista dell'inverno, se necessario, rinforzare le scorte con sciroppo e se necessario fare crescere la popolazione stimolando con candito. Le manovre sono semplici e alla potata di tutti ma vanno applicate al momento opportuno, in funzione di un obiettivo da raggiungere e in base ad una attenta programmazione .
* dati ISTAT 2010
FAI SICILIA – Federazione Apicoltori Italiani
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